Dall’Editoriale pubblicato sul periodico Acli Trentine
In questo numero ospitiamo immagini e riflessioni con cui i giovani aclisti arrivati da tutta Italia ci hanno consentito di arricchire i nostri eventi del mese di agosto e che, ancora una volta, ci hanno aiutato a comprendere quanto sia necessaria la partecipazione e la valorizzazione dei giovani nella società attiva. A maggior ragione, quindi, il dibattito recente sulla natalità e sulle politiche familiari, acceso dalla proposta dell’assessore Francesca Gerosa di estendere il bonus di 5.000 euro al primo figlio, richiede una riflessione più ampia. La natalità, infatti, rappresenta un’urgenza sia nazionale e sia locale. I dati parlano chiaro: in Italia, nel 2023, si sono registrate 379 mila nascite a fronte di 660 mila decessi, con un saldo negativo di 281 mila persone. È come se una città delle dimensioni di Verona fosse svanita in un solo anno. È evidente che la politica deve interrogarsi su come affrontare e arginare questo fenomeno che rischia di minare il futuro delle nostre comunità.
La necessità di politiche di ampio respiro
Il Trentino, in passato, è stato un modello di riferimento in Italia per le politiche familiari, grazie a proposte innovative e al coinvolgimento attivo delle associazioni. Tuttavia, non possiamo ignorare che i bonus, pur rappresentando un sostegno economico rapido per le coppie che decidono di avere figli, non costituiscono una soluzione strutturale al problema. Il bonus per il terzo figlio esiste già e ha la sua utilità, ma estenderlo anche al primo figlio non risolve la questione alla radice. E se nasce un secondo figlio, cosa accade?
Abbiamo condiviso in pieno il pensiero della presidente del Forum della Associazioni Familiari, Elisa Marafon, la quale sottolinea che la politica deve affrontare la denatalità e il sostegno alle famiglie con interventi strutturali, concreti e duraturi. La proposta dell’assessore Gerosa risponde a un bisogno immediato, ma è fondamentale avere una visione a 360° sul problema. Le giovani coppie che desiderano formare una famiglia, grande o piccola che sia, devono essere sostenute nel tempo, non solo con aiuti economici, ma anche con politiche che favoriscano la conciliazione tra lavoro e famiglia e che creino un contesto sociale favorevole alla natalità. Il Forum aggiunge che è necessaria e urgente un’azione politica forte, permanente e strutturata, che consideri le esigenze delle famiglie sotto vari aspetti, a partire dalla necessità di abitazioni a costi accessibili, trasporti pubblici gratuiti, abbattimento delle spese per attività sportive, azzeramento dei ticket sanitari.
Un politica (più) coraggiosa
Se la proposta di Gerosa diventasse realtà, avrebbe certamente un impatto economico significativo, quasi 19 milioni di euro. Tuttavia, per investire davvero in politiche familiari, è necessario un cambio di prospettiva: come Acli pensiamo innanzitutto ad interventi per garantire un reddito di dignità, perché come dimostrano anche le nostre recenti ricerche, tra le principali cause della denatalità c’è il diffuso senso di precarietà tra i giovani, dovuto principalmente al lavoro povero e alla difficoltà ad avere una abitazione. Inoltre non possiamo che invocare la promozione di un approccio culturale meno basato sull’individualismo consumista e più sul senso di comunità. Quello che serve, quindi, è un mix di politiche economiche, sociali e culturali che per poter essere concretizzate hanno bisogno di una visione ampia sul tema, libera dai condizionamenti di parte e che possa stimolare e valorizzare un dibattito convergente tra tutte le forze politiche che siedono anche nel nostro Consiglio Provinciale. Diamo modo al Trentino di tornare ad essere un faro, una terra ispiratrice di nuove e buone pratiche: è in gioco il futuro, serve una Politica davvero coraggiosa.