Dall’Editoriale pubblicato sul periodico Acli Trentine
Le Acli, nel corso dell’ultimo convegno di Studi, hanno rimesso al centro i temi del lavoro e della comunità, in una location particolare. E’ Corviale, quartiere periferico di Roma, la sede della prima giornata. Corviale è rappresentativo della realtà tipiche dei quartieri popolari urbani immaginati e costruiti negli anni ’70 e ’80 del secolo scorso. E’ caratterizzato da un unico edifico, lungo circa un chilometro, che ospita circa 4.500 persone. Disagio, abusivismo, criminalità hanno caratterizzato questa periferia delle periferie, negli ultimi anni. Grazie all’impegno di molti cittadini, di molte associazioni, comprese le Acli, Corviale sta però cambiando volto. La comunità ha saputo costruire dei veri e propri presidi che oggi garantiscono attività sportive, attività sociali, riqualificazione ambientale. Ed è questa un’esperienza che deve e può contaminare anche il nostro impegno. Ricostruire occasioni di dialogo tra i cittadini, mettere a frutto le competenze e le potenzialità delle organizzazioni del terzo settore per offrire opportunità concrete, coerenti con le proposte elaborate dal basso, sono occasioni preziose per generare nuova speranza. I processi avviati in questo modo sono così attrattivi da coinvolgere anche la politica che viene “convinta” a supportare e rendere strutturali le piccole e grandi conquiste ottenute.
Ambiente e diritti al primo posto
Dopo due anni di pandemia e del conseguente, purtroppo necessario, isolamento è quindi evidente la necessità di ripartire dai legami. Legami familiari e amicali, legami comunitari e sociali e legami tra i mondi dell’economia e del lavoro. Si apre ora una fase di ricostruzione che grazie alle ingenti risorse del PNRR è un’occasione davvero unica per evolvere e risolvere alcune delle criticità tipiche del nostro paese. In particolare per le Acli, la questione del lavoro, rimane fondamentale. Giovani e donne, in questo periodo di emergenza sanitaria, hanno pagato il prezzo più alto in termini di perdita e/o abbandono sul mercato del lavoro ed è con questa consapevolezza che le innovazioni legislative vanno elaborate. Nel mese di marzo il Parlamento Europeo, ha approvato la risoluzione “human rights and environmental due diligence”, norma che darà un contributo essenziale per creare un quadro giuridico efficace per il rispetto dei diritti umani e dell’ambiente per tutte le imprese che operano nel territorio dell’Unione e per quelle che vogliono intrattenere rapporti commerciali con i suoi Stati membri.
Ora la Commissione dovrà emanare una direttiva nella quale saranno previsti precisi obblighi per gli Stati ad implementare un processo di due diligence (diligenza necessaria), per le imprese, volto a identificare, prevenire, mitigare e rendere conto degli impatti negativi che l’attività imprenditoriale può avere nei confronti del rispetto della dignità umana (prima che del lavoratore) e sui temi ambientali, in tutte le operazioni commerciali globali e lungo le relative catene del valore, che spesso coinvolgono altre società controllate, subappaltatori, fornitori e altre diversificate relazioni commerciali.
Le Acli ritengono l’attuazione di questa legge e l’adozione delle relative misure nei paesi membri un primo importante passaggio, necessario per avviare i cambiamenti auspicati oltre che un segnale di quanto l’Europa può rappresentare una fonte di ispirazione e condizionamento, rispetto ai temi strategici dello sviluppo.