VERSO IL NUOVO GOVERNO: RIPARTIRE DAI PIU’ DEBOLI

Dall’Editoriale pubblicato sul periodico Acli Trentine

In attesa che si formi il nuovo governo è necessario ribadire l’urgenza di provvedimenti che affrontino nella giusta misura e condivisione l’emergenza sociale che dovremo affrontare nei prossimi mesi.

In parallelo è però altrettanto urgente lavorare per recuperare il maggior grado di coesione possibile. Non ci sono dubbi sul fatto che al nostro Paese servano riforme strutturali che sappiano guardare al medio lungo periodo e non solo all’oggi e non ci sono dubbi che tali riforme potranno essere realizzate unicamente se il clima sociale lo consentirà. Una società divisa, diseguale e dove la politica allarga la forbice anziché lavorare per l’equità è una società che sprecherà energie e risorse in conflitti anziché preoccuparsi di progredire.

Una comunità smarrita ed impaurita di fronte alle tante forme di “crisi” che stiamo vivendo in questo periodo alla prova del voto ha dato anche un altro segnale di pericolo: l’astensionismo. Nella nostra Provincia coloro che hanno deciso di non partecipare al voto, rispetto alle politiche del 2018, sono stati ben il 10% degli aventi diritto. Un’affluenza alle urne inferiore al 70%, per la nostra Provincia è un record negativo, denso di significati di cui la politica deve farsi carico con la massima serietà ed attenzione.

Per riconquistare la fiducia di ampi strati della popolazione, a partire dai giovani, dai più fragili, da quelli più colpiti dai rincari e dalle incertezze del futuro, è necessario ricostituire il primato della politica sull’economia con interventi di sostegno adeguati alle esigenze e ai bisogni dei più deboli e con provvedimenti che sappiano davvero favorire la transizione ecologica, dare alla scuola ed alla formazione le risorse che meritano, ridare concreti elementi di speranza nel futuro alle giovani generazioni.

L’Italia e l’Europa non possono assistere indifferenti all’evolversi di una situazione speculativa insostenibile, né possono consentire la messa in liquidazione del nostro sistema sociale e produttivo e per questo è necessaria una soluzione repentina della crisi energetica attraverso una soluzione politica e un massiccio intervento pubblico.

Fra le emergenze che poniamo al nuovo governo c’è infine la questione dei lavoratori. I dati dimostrano come, soprattutto tra giovani e donne, “il lavoro renda poveri”, come titola una nostra recente ricerca. Salario minimo, abbattimento del cuneo fiscale, sono due misure di cui si dialoga da tempo nei dibattiti pubblici. E’ venuto il momento di trasformali in provvedimenti normativi reali.

Su questi temi riteniamo necessario aprire da subito un confronto con i rappresentanti eletti nel nuovo parlamento mettendo a disposizione sia le competenze dei nostri servizi, sia l’esperienza e l’impegno della nostra base associativa.