Iran-Israele: Le Acli aderiscono alla manifestazione del 3 novembre
Iran-Israele: Le Acli aderiscono
alla manifestazione del 3 novembre
Luigi Bobba: «Basta parole di odio, ogni popolo
ha diritto a vivere in pace sulla propria terra»
Roma, 31 ottobre 2005 – Le Associazioni cristiane dei lavoratori italiani aderiscono alla manifestazione del 3 novembre, di fronte all’ambasciata dell’Iran, per protestare contro le parole “inaccettabili” pronunciate dal presidente Mahmoud Ahmadinejad nei confronti di Israele.
«Vogliamo testimoniare – afferma il presidente nazionale delle Acli Luigi Bobba – il nostro più profondo sdegno e il più netto rifiuto nei confronti di un linguaggio delirante e carico di odio. Non possiamo accettare che sia un capo di Stato, con il quale l’Europa sta cercando di condurre un difficile negoziato per fermare la pericolosa corsa al nucleare, a fare proclami di guerra, ad invocare la lotta giusta contro lo Stato di Israele, a condannare tutti i regimi moderati islamici che hanno riconosciuto “il regime che occupa Gerusalemme”, a rilanciare la contrapposizione con l’intero mondo occidentale. Dobbiamo arrestare sul nascere questa spirale di odio e di follia. Per questo diciamo in modo chiaro e netto il nostro NO a chi vuole cancellare Israele dalle carte geografiche e dalla storia, e ripropone lo scontro di civiltà quale unico orizzonte per il futuro della convivenza umana su questo pianeta».
Aderendo alla manifestazione indetta per giovedì 3 novembre, di fronte all’ambasciata iraniana a Roma, le Acli intendono difendere con fermezza il diritto di Israele ad esistere, confermando allo stesso tempo l’urgenza che, dopo il ritiro da Gaza, si possa procedere rapidamente nella costruzione di un vero Stato palestinese, auspicando che i due Stati possano vivere in pace e nella cooperazione sincera su questa terra così lungamente provata dal sangue dei fratelli.
All’ “odio sacro che attende di colpire con una grande ondata” – evocato dal Presidente iraniano – le Acli rispondono affermando che ogni persona umana è sacra, che ogni popolo ha diritto a vivere in pace sulla propria terra, che solo la via del dialogo, ancor più urgente tra tutti coloro che si richiamano alle grandi religioni del Libro, può consentirci di costruire una fraterna amicizia, alimentando libertà e giustizia, evitandoci nuovi lutti e disastri, consentendoci piuttosto di superare la paura e di costruire la pace e la prosperità per tutti i popoli.