Olivero confermato alla guida delle Acli
Il voto dei delegati nella terza giornata del 23° congresso nazionale
Roma, 3 maggio 2008 – Con il 94% dei voti favorevoli (575 su 610) l’assemblea dei delegati delle Acli ha confermato Andrea Olivero alla guida delle Associazioni cristiane dei lavoratori italiani.
Le elezioni, a scrutinio segreto, si sono svolte nella terza giornata del 23° Congresso dei lavoratori cristiani, in corso a Roma, presso l’Ergife Palace Hotel. Punto di arrivo di un intenso percorso democratico sul territorio, che ha visto svolgersi dall’inizio dell’anno 98 congressi provinciali e 20 congressi regionali, con 2781 consiglieri e 118 presidenti eletti.
Andrea Olivero è il dodicesimo presidente nazionale delle Acli. A 38 anni, è il terzo presidente più giovane di sempre, dopo Emilio Gabaglio, eletto a 32 anni nel 1972, e Ferdinando Storchi, eletto trentacinquenne nel 1945.
Nato a Cuneo il 24 febbraio 1970, laureato in lettere classiche a Torino, insegnante, Andrea Olivero ha iniziato la sua storia nelle Acli nel 1992, promuovendo nella sua provincia natale l’Ipsia (Istituto, pace, sviluppo e innovazione delle Acli) per un importante progetto di cooperazione internazionale in Bosnia Erzegovina, oltre ad altre iniziative in Kenya e Brasile.
Il presidente Olivero ha chiesto alla sua associazione il coraggio di saper rinnovare le proprie forme organizzative e la propria presenza sul territorio, nella consapevolezza – ha detto – che «un’organizzazione sociale che non innova può essere non solo inutile, ma persino dannosa per il Paese». Ha puntato sulla formazione sociale e politica degli iscritti e dei dirigenti – con la proposta di una Fondazione intitolata al fondatore delle Acli Achille Grandi – e sull’integrazione delle reti di circoli e servizi con la proposta dei ‘punti famiglia’ per costruire percorsi di ‘cittadinanza familiare’. A caldo, prendendo la parola di fronte ai delegati appena proclamata l’elezione, ha detto: «Spero che il vostro entusiasmo corrisponda alla voglia di fare ancore le Acli nel XXI secolo. Viva le Acli».