XIV Domenica del tempo ordinario – 3 luglio 2022

01 Luglio 2022

Commento a cura di Don Cristiano Bettega, Accompagnatore per la Vita Cristiana delle ACLI Trentine

Dal Vangelo secondo Luca (10,1-12.17-20) In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra. Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”. Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite sulle sue piazze e dite: “Anche la polvere della vostra città, che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che il regno di Dio è vicino”. Io vi dico che, in quel giorno, Sòdoma sarà trattata meno duramente di quella città». I settantadue tornarono pieni di gioia, dicendo: «Signore, anche i demòni si sottomettono a noi nel tuo nome». Egli disse loro: «Vedevo Satana cadere dal cielo come una folgore. Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra serpenti e scorpioni e sopra tutta la potenza del nemico: nulla potrà danneggiarvi. Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei cieli».

Parola del Signore.

Da settimane ormai sentiamo notizie che preoccupano non poco; l’agricoltura italiana è in allarme perché non piove, non c’è acqua, fa troppo caldo, le piante bruciano al sole, i fiumi non sanno fare il loro lavoro. Siccità. Una calamità che la Bibbia conosce molto bene; una disgrazia con la quale molti popoli sono costretti a fare i conti anche oggi: nel Darfur, per esempio, nell’Africa centro-occidentale, non si sa più cosa sia la pioggia… Ecco allora che l’immagine di un campo di grano rigoglioso sembra un miracolo, quasi un miraggio di fronte a certe altre immagini che le TV ci riportano; un campo di grano, messe che danza nel vento, oro che splende al sole, tavolozza di colori che lasciano a bocca aperta.

Panorama quotidiano al tempo di Gesù. E infatti: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe!». Una messe abbondante che lascia presagire un raccolto generoso; una quantità di grano sufficiente per assicurare pane per tutti. Sorelle e fratelli, questa è la chiesa di Gesù: sgangherata a volte, bistrattata, amministrata male, perfino tradita dai suoi figli e dalle sue figlie, ma bella e rigogliosa come un campo di grano dai riflessi d’oro. E gli operai, care amiche e cari amici, siamo proprio noi: uomini e donne che si rimboccano le maniche, che non si lasciano prendere dallo scoraggiamento, che credono nel prossimo, che si fidano di quel Dio che è Padre e Madre e che non fa mancare niente alle sue creature. «Il regno di Dio è vicino» dice Gesù, anche lì dove chi lo annuncia viene rifiutato o deriso o cacciato via: il regno di Dio è vicino proprio perché è «di Dio» e quindi non è nostro. Un po’ come il grano, in effetti: sì, è il contadino che lo semina, ma il contadino mica sta lì a guardare come cresce: si fida anche lui, spera che il terreno sia buono, che i parassiti stiano lontani, che la pioggia faccia il suo dovere… e che Dio ce la mandi buona.

Ecco, sorelle e fratelli: Dio ce la manda buona, sempre, perché lui ha cura di noi. Ma noi, però, rimbocchiamoci le maniche per davvero: mettiamoci all’opera, custodiamo e coltiviamo le nostre comunità come fossero davvero roba nostra. E Dio non farà mancare la pioggia della sua benedizione, la rugiada della sua grazia, il calore del suo amore senza confini.