Lavoro domestico: cosa fare per avere tutto in regola

20 Settembre 2022

Quando si ha il bisogno di essere aiutati da un lavoratore domestico – colf, badante o baby-sitter – nella cura dei propri cari o della propria casa bisogna tenere conto di una serie di aspetti per gestire correttamente il rapporto di lavoro nel tempo.

La lettera di assunzione
È obbligatorio predisporre una lettera di assunzione – uno strumento utile per mettere per iscritto quanto pattuito tra datore di lavoro e lavoratore – per tutti i contratti di durata superiore a 12 giorni di calendario. Questa deve indicare alcuni elementi fondamentali come, ad esempio, la data dell’inizio del rapporto di lavoro, il livello di appartenenza, la mansione, la durata del periodo di prova, l’esistenza della convivenza, la residenza/domicilio del lavoratore, l’orario di lavoro e i giorni di riposo, la retribuzione, il luogo di lavoro ed altre informazioni ancora.
La lettera deve essere firmata dal datore di lavoro e dal lavoratore ed entrambe le parti devono conservarne una copia.

Tipologia di contratto
Il contratto di lavoro domestico può essere stipulato senza fissare in anticipo una data di chiusura (contratto a tempo indeterminato) oppure stabilendone a priori un termine (contratto a tempo determinato). Un contratto a tempo determinato può essere stipulato solo in presenza di determinate condizioni; in particolare se le ragioni che portano alla sua stipula sono temporanee e fuori dall’ordinaria attività quotidiana come, per esempio, se serve per sostituire lavoratori assenti temporaneamente per vari motivi o per l’assistenza extra domiciliare di persone non autosufficienti ricoverate in case di cura, di riposo o ospedali.

Adempimenti
Gli adempimenti a cui far fronte sono diversi. Primo tra tutti, bisogna comunicare l’assunzione all’Inps per via telematica; dopodiché bisogna elaborare periodicamente i cedolini paga – tenendo conto dei giorni di ferie, malattia, maternità e infortunio – e calcolare la tredicesima, nonché versare trimestralmente i contributi Inps, utilizzando i bollettini pagoPA.

Ricordiamo che i contributi previdenziali versati dai datori di lavoro sono deducibili, fino ad un importo massimo di 1.549,37 euro. Solo per gli addetti all’assistenza di persone non autosufficienti, invece, il datore di lavoro può detrarre dall’imposta lorda il 19% delle spese sostenute, da calcolare su un importo massimo di 2.100 euro, a condizione che il reddito del contribuente non sia superiore a 40.000 euro e in presenza di un certificato medico che attesti la condizione di non autosufficienza.

Inoltre, ogni anno bisogna elaborare e consegnare al lavoratore la Dichiarazione Sostitutiva del Modello CU e, al termine del rapporto di lavoro, calcolare e liquidare il TFR.

I servizi delle ACLI trentine offrono assistenza e consulenza alle famiglie che necessitano di assumere una persona e di gestire il rapporto di lavoro domestico. Appuntamenti al 0461 277277, via chat sul sito aclitrentine.it o sulla App ACLInet, o scrivendo all’indirizzo caf@aclitrentine.it.