Lavoro autonomo: le novità della Legge di Bilancio per forfetari e ordinari

24 Gennaio 2023

La Legge di Bilancio dello Stato, entrata in vigore dal 1° gennaio 2023, ha introdotto alcune novità per le persone fisiche titolari di Partita Iva, sia per coloro che rientrano nel regime agevolato definito forfetario, sia per coloro che aderiscono al regime ordinario.

Titolari di Partita Iva in regime forfetario
È stata innalzata la soglia economica dei ricavi/compensi percepiti per poter accedere o rimanere nel regime forfetario, ovvero il regime che prevede una tassazione agevolata con aliquota unica del 15% (che può ridursi al 5% in presenza di determinate condizioni). A partire da gennaio 2023 questa soglia passa da 65 mila a 85 mila euro.

Il superamento del limite di 85 mila euro di ricavi o compensi comporta l’uscita dal regime con tassazione agevolata. Nel caso in cui i ricavi/compensi siano compresi tra gli 85 mila e i 100 mila euro, il regime forfetario cessa di avere applicazione a partire dall’anno successivo.

Se, invece, superano la soglia di 100 mila euro, l’uscita dal regime forfetario e l’entrata nel regime ordinario avviene già nel corso dell’anno, e l’Iva è dovuta a partire dalle operazioni che determinano lo sforamento del tetto.

Titolari di Partita Iva in regime ordinario
Per il solo anno 2023 (salvo proroghe), la Legge di Bilancio ha introdotto una “flat tax incrementale” per le Partite Iva in regime ordinario. Si tratta di una tassa piatta del 15% applicata su una certa quota degli “incrementi” reddituali rispetto ai redditi imponibili conseguiti nel triennio 2020-2022. La nuova tassa agevolata, sostitutiva dell’Irpef, verrà applicata fino a una base imponibile di 40.000 euro sui redditi d’impresa.

C’è un esempio pubblicato da Fiscooggi.it (Agenzia Entrate) che può aiutarci a capire: “Ipotizziamo che un professionista consegua nel 2023 redditi di lavoro autonomo per 150.000 euro, dopo averne realizzati 115.000 euro nel 2022, 100.000 euro nel 2021, 120.000 euro nel 2020. Quest’ultimo importo, quindi, risultando il più elevato, rappresenta il reddito di riferimento del triennio precedente. La differenza tra il reddito 2023 (150.000 euro) e quello di riferimento dei tre anni passati (120.000 euro) è pari a 30.000 euro. A questo punto, bisogna sottrarre il 5% del reddito maggiore dei tre anni precedenti (120.000 x 5% = 6.000). La base imponibile agevolabile ammonta, quindi, a 24.000 euro (30.000 – 6.000); su di essa, volendo avvalersi della flat tax nella dichiarazione modello Redditi Pf 2024, sarà dovuta l’imposta sostitutiva del 15%, pari a 3.600 euro (i restanti 126.000 euro andranno assoggettati alla tassazione ordinaria per scaglioni di reddito)”.

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