Seconda domenica di Quaresima 2022

15 Marzo 2022

Commento a cura di Don Cristiano Bettega, Accompagnatore per la Vita Cristiana delle ACLI Trentine

Dal Vangelo secondo Luca (9,28-36).

In quel tempo Gesù prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare. Mentre pregava, il suo volto cambiò d’aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante. Ed ecco, due uomini conversavano con lui: erano Mosè ed Elia, apparsi nella gloria, e parlavano del suo esodo, che stava per compiersi a Gerusalemme. Pietro e i suoi compagni erano oppressi dal sonno; ma, quando si svegliarono, videro la sua gloria e i due uomini che stavano con lui. Mentre questi si separavano da lui, Pietro disse a Gesù: «Maestro, è bello per noi essere qui. Facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Egli non sapeva quello che diceva. Mentre parlava così, venne una nube e li coprì con la sua ombra. All’entrare nella nube, ebbero paura. E dalla nube uscì una voce, che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’eletto; ascoltatelo!». Appena la voce cessò, restò Gesù solo. Essi tacquero e in quei giorni non riferirono a nessuno ciò che avevano visto.

 

Poveracci ‘sti discepoli: «oppressi dal sonno» li definisce l’evangelista Luca. Cos’avranno mai fatto di tanto faticoso? Pescatori abituati a lavorare di notte, non si saranno certo lasciati sopraffare dal fatto di essere saliti su un monte, che in realtà è poco più di una collina! E quindi? Cos’è che li rende così affaticati? Non è il sonno di chi ha dormito poco, non è nemmeno la stanchezza di chi ha lavorato tanto. È la sfiducia, la demotivazione, lo scoraggiamento. Da qualche tempo questi uomini stanno seguendo Gesù: il Maestro dalle parole forti, il Rabbì che guarisce la gente, uno per il quale loro, Pietro e i suoi compagni, hanno lasciato casa e lavoro pur di stargli vicino. Uno che ha tante promesse, che apre tante prospettive, che regala speranza di futuro… e che invece sta collezionando soltanto critiche e che alla fine – e non ci vuol tanto a capirlo nemmeno per Pietro e per gli altri – sarà fatto fuori. Oppressi dal senso di sfiducia, dal dubbio di un fallimento esistenziale, dalla paura che seguire Gesù e provare a vivere di Vangelo sia una colossale perdita di tempo.

Non è che a volte, anche noi, anche io…?

E Gesù? Come reagisce Gesù? «Il suo volto cambiò d’aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante». Trasfigurato, come quando incontri una persona che ti colpisce con un sorriso e una serenità invidiabili. Gesù conosce la mia e la tua fragilità, l’incostanza, il bisogno di avere certezze: lo sa molto bene che sia tu che io abbiamo bisogno di continue conferme. Ecco: il suo volto trasfigurato, in questa seconda domenica di Quaresima, è come una pacca sulle spalle: come se Gesù dicesse sia a te che a me: “Dai che ce la fai, tieni duro, guarda che ne vale la pena; perché per te io ho in mente solo una cosa: farti capire che io sono con te. Sempre. Anche quando la strada è faticosa più che mai o ti sembra di percorrerla da solo”.