Quinta domenica di Pasqua 2022

15 Maggio 2022

Commento a cura di Don Cristiano Bettega, Accompagnatore per la Vita Cristiana delle ACLI Trentine

Dal Vangelo secondo Giovanni (13,31-35).

Quando Giuda fu uscito dal cenacolo, Gesù disse: «Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito. Figlioli, ancora per poco sono con voi; voi mi cercherete ma, come ho detto ai Giudei, ora lo dico anche a voi: dove vado io, voi non potete venire. Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri».

Mi pare che questo sia uno dei casi lampanti in cui vale il proverbio “a buon intenditor poche parole”. Vi sembra infatti che ci sia bisogno di alto? «Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri». E come se non bastasse, quasi a dire che, se non l’abbiamo capito, è disposto a ripeterlo, Gesù aggiunge: «Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri». Davvero non c’è nient’altro da aggiungere. La realizzazione concreta di questo “amarci gli uni gli altri come lui ha amato noi” Gesù la lascia a noi, alla nostra fantasia, alle tante occasioni in cui questo amore gli uni per gli altri salta fuori in modo più evidente o più nascosto. E qui ci verranno in mente le tante situazioni in cui Gesù ci ha fatto capire “come lui ha amato noi”:

– condividendo pani e pesci, preoccupandosi quindi di chi ha fame e sete, ma al di là del bisogno fisico ha fame di senso, ha sete di verità

– andando a cercare gli ultimi: i lebbrosi, le prostitute, i peccatori più incalliti, le persone più emarginate: a dirci che non possiamo classificare le persone in gente di serie a e gente di serie B

– tenendo testa ai suoi avversari e facendoci capire così che il Vangelo è più forte, vale di più, è più vero delle tante menzogne che girano anche oggi: sulla guerra come unica arma di difesa, sulla ricchezza come unica sicurezza per l’avvenire, sul farsi i fatti propri come unica fonte di felicità, sullo star bene come unico orizzonte della vita…

– e poi sulla croce: facendoci capire quindi che donare la vita ha sempre senso e porta sempre alla risurrezione, a qualcosa di nuovo, di bello, di inaspettato, di imprevedibile…

«Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri». Non c’è proprio altro da aggiungere: c’è solo da far di tutto per cercare di vivere al meglio questa parola di verità. Perché “a buon intenditor poche parole”.