Storia

Le ACLI trentine nascono nel 1946 e si caratterizzano da subito, come nel resto del territorio nazionale, per la grande capacità di organizzazione dei lavoratori e delle lavoratrici nonché dei soggetti più deboli della società.

In questo modo è stato possibile affrontare il difficile periodo legato alla ricostruzione all’indomani del secondo conflitto mondiale e successivamente di fare fronte ai cambiamenti strutturali necessari allo sviluppo economico che ne è seguito.

Il primato della persona, il sostegno alla famiglia, la difesa dei valori della Costituzione e della democrazia caratterizzano fin dall’inizio la storia di un movimento di associazioni e servizi che vive la testimonianza evangelica nell’espressione delle opere destinate agli ultimi e nella solidarietà.

La storia delle origini delle ACLI, Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani, è contrassegnata essenzialmente dall’organizzazione di servizi dedicati ai lavoratori e dall’impegno formativo ed educativo rivolto ai soggetti più deboli del mondo del lavoro ad iniziare dalle donne.
L’esigenza di garantire adeguati livelli di sviluppo, sia in campo turistico sia industriale evitando il dramma dell’emigrazione, ha poi portato le ACLI alla costituzione dell’ENAIP, l’ente che ha contribuito per primo in Trentino alla diffusione della formazione professionale.

Gli anni Sessanta e Settanta del Novecento videro le Acli impegnate su due fronti: le grandi conquiste del mondo del lavoro (diritti sindacali, sanità ed educazione pubblica) e il rinnovamento della Chiesa e della vita cristiana.

Fedeli ai valori del Concilio Vaticano II le ACLI sono diventate un presidio dei valori della pace e della mondialità interpretando la fede come elemento essenziale dell’emancipazione dei poveri e della giustizia sociale.
Le ACLI sono state inoltre una grande scuola di partecipazione democratica e un laboratorio permanente d’idee che ha contribuito alla formazione della classe dirigente trentina e al rafforzamento dell’autonomia speciale.

Un impegno che si rinnova oggi nella difesa e promozione dei beni comuni e di un modello di sviluppo che rispetti l’ambiente e i diritti delle future generazioni.

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