Dall’Editoriale pubblicato sul periodico Acli Trentine
Pace, energia e ambiente rappresentano il filo conduttore di questo numero di Aclitrentine e nello stesso tempo gli obiettivi che le Acli perseguono per cercare di trovare una soluzione percorribile al fine di superare il difficile momento che stiamo vivendo sia nella dimensione globale che in quella locale.
«L’umanità deve porre fine alle guerre o sarà una guerra a porre fine all’umanità». Si sono espressi in questo modo i leader mondiali delle Chiese cristiane giunti a Roma presso il Colosseo su invito della Comunità di sant’Egidio per partecipare all’incontro “Il grido della pace”.
E di pace si continua a parlare nei diversi incontri a livello diplomatico dove si fa sempre più importante il ruolo di papa Francesco come mediatore e come testimone di una cristianità “operosa” che cerca di “mettersi in mezzo” costruendo ponti e tracciando la difficile linea di una possibile tregua e di un possibile dialogo.
Le Acli intendono continuare in questa direzione, diventando esse stesse “strumento di pace nel solco di Francesco” cercando di unire la necessità di fermare il conflitto con il legittimo diritto del popolo ucraino alla difesa, all’incolumità e alla sicurezza e nella vicinanza verso tutti coloro che pagano l’ingiusto prezzo dell’aggressione e della guerra.
Il conflitto va fermato perché è esso stesso fonte di altre ingiustizie e speculazioni che si abbattono sui cittadini, sui contribuenti e sulle imprese come purtroppo sta avvenendo sul fronte energetico. Da qui l’esigenza, manifestata a chiare lettere dal nostro movimento nei confronti sia della giunta provinciale sia del governo nazionale, di seri provvedimenti di sostegno alle famiglie e all’economia. Sono necessari interventi straordinari di fronte ad un’emergenza energetica altrettanto straordinaria i cui effetti non possono ricadere sui cittadini e su chi produce e lavora. Da qui l’urgenza di misure compensative strutturali che coprano il valore degli aumenti dovuti alla speculazione.
Ma la pace non è semplicemente assenza di guerra. La pace è una costruzione sociale, un modo di intendere sia l’economia sia le relazioni umane. È in questa prospettiva che si colloca l’iniziativa delle Acli Terra per fermare il consumo di suolo in provincia di Trento. Una proposta che guarda con preoccupazione ai nuovi progetti urbanistici e viabilistici che si stanno profilando, che si interroga sull’effettiva utilità e necessità di tante opere pubbliche, ad iniziare dall’ospedale di Cavalese, e che propone una nuova traiettoria di sviluppo che sappia fare tesoro della rigenerazione e del recupero del costruito, della ristrutturazione edilizia, del recupero della aree produttive dismesse, del ripopolamento della montagna.
Un progetto che presuppone una grande alleanza per un modello di sviluppo ancorato ai valori della pace, della sostenibilità e della giustizia sociale.