Riforma Sanitaria: Welfare, un investimento per il futuro

Dall’Editoriale pubblicato sul periodico Acli Trentine

Il malessere dei cittadini e degli stessi operatori nei confronti della sanità trentina induce ad una profonda riflessione che non riguarda solo la salute, ma la stessa Autonomia speciale.

Il Trentino è conosciuto ed apprezzato nel mondo per essere stato capace, assieme all’Alto Adige/Südtirol, di superare pesantissimi e laceranti conflitti etnici e per aver dato vita ad un sistema di autogoverno ancorato ai principi della sussidiarietà e della responsabilità. Questi principi si basavano su un patto non scritto fra società e politica che oggi rischia di saltare definitivamente, con esiti imprevedibili per la tenuta della specialità autonomistica.

Il patto fra istituzioni e comunità metteva sullo stesso piatto della bilancia l’impegno per un’amministrazione responsabile ed attenta alle specificità dei territori in una logica sussidiaria e partecipativa a fronte dell’attivazione dei corpi intermedi e delle rappresentanze popolari alla gestione dell’autonomia stessa. In tutto questo non era per nulla secondario il ruolo del singolo cittadino, da sempre orientato ad un rapporto di vicinanza, responsabilità e di fiducia nei confronti delle istituzioni ad iniziare dai comuni. Questo quadro rischia ora di saltare con il venir meno del senso di appartenenza ad una “comunità autonoma” che vedeva nel welfare, ovvero nelle politiche pubbliche per la famiglia, la sanità, l’istruzione e la cultura le chiavi di accesso alla cittadinanza.

L’emergere di tendenze orientate alla privatizzazione dei servizi sanitari, l’aumento dei costi dei servizi e delle discriminazioni sociali, accompagnate da un generale peggioramento delle condizioni di lavoro del personale sanitario e socio-assistenziale, rischiano di minare alla radice un sistema che aveva garantito benessere, efficienza e democrazia.

 

Subito un confronto sul futuro della sanità e del Welfare

La recente costituzione di uno specifico gruppo di lavoro promosso dalla Diocesi di Trento che include i Presidenti degli Ordini delle professioni socio-sanitarie, il Presidente della Consulta per la salute Renzo Dori e il delegato delle Acli trentine Maurizio Agostini, rappresenta un passo significativo per il riconoscimento del diritto alla salute, alla prevenzione e al benessere del cittadino. Analogamente, le Acli sono impegnate nel gruppo di lavoro promosso assieme ai sindacati di CGIL, CISL e UIL per affermare un punto di vista territoriale, partecipativo e non aziendalistico o privatistico sulla sanità trentina. I temi della prevenzione, dell’educazione, di stili di vita e di consumo orientati al benessere sono il primo investimento per una sanità davvero efficiente e rispettosa del valore della persona umana. Il tutto accompagnato da scelte che puntino alla valorizzazione della partecipazione in una prospettiva di sussidiarietà ed attenzione al radicamento dei servizi nei territori e alla capillarità della cura. Su questi temi ed insieme agli interlocutori che abbiamo citato, le Acli saranno parte attiva nei prossimi mesi per aprire un confronto puntuale e sincero, coinvolgendo ed ascoltando i territori e le comunità, sul futuro del welfare e della sanità trentina.