ELEZIONI POLITICHE 2022: la posizione delle Acli Trentine

15 Settembre 2022

Le ACLI Trentine hanno elaborato un documento che illustra la nostra posizione in vista delle imminenti elezioni politiche.

IL PAESE DELLA DIGNITÀ È L’ITALIA CHE VOGLIAMO ESSERE
La guerra contro l’Ucraina iniziata dalla Russia il 24 febbraio scorso, la crisi energetica con l’inverno alle porte, i sempre più frequenti episodi meteorologici violenti richiamano, anche se in forme e situazioni profondamente diverse, la chiara necessità di scelte urgenti, coraggiose e di responsabilità da parte dei governi europei e del pianeta.
È in gioco il presente dell’intera umanità e non più “solo” il futuro.
Una situazione che segue a due anni di pandemia, di emergenza sanitaria globale come mai la società moderna aveva vissuto ed affrontato. Anche in questo caso la capacità decisionale della politica è stata messa a dura prova, con ritardi e scelte, a volte, orientate più dal consenso che dai dati scientifici.
Una campagna elettorale che si svolge in questo quadro deve avere come elementi cardine le idee, o meglio, i piani di azione utili a consentire l’inversione di tendenza da tutti auspicata. Ciascuna forza politica e ogni singolo candidato che decide di partecipare alle prossime elezioni deve aver elaborato un pensiero e, quindi, possibili soluzioni alle questioni di enorme portata sopra richiamate.
Anche se dobbiamo votare con una legge elettorale inadeguata, che lascia pochi spazi di scelta (concatenamento del voto maggioritario e proporzionale) e crea un incentivo ad alleanze solamente elettorali con il fondato timore che non si traducano in stabili maggioranze, le ACLI Trentine vogliono innanzitutto invitare tutti ad andare a votare, a partecipare ai dibattiti in modo che queste elezioni, proprio in questo difficilissimo momento storico, siano occasione di partecipazione dei cittadini.

Scelte di campo
In tema di contenuti le ACLI non possono essere neutrali: si schierano dalla parte dei più deboli, di coloro che sono più colpiti dalla crisi economica e dai vertiginosi rincari di questo periodo.
La crisi energetica è e sarà sempre più anche crisi economica, occupazionale e sociale. La transizione energetica verso le rinnovabili, il risparmio energetico e un programma provvisorio adeguato per superare questa fase difficile sono indispensabili.
L’inflazione erode i risparmi ed il potere d’acquisto delle retribuzioni e delle pensioni. In questo contesto torna di grande attualità la fissazione di un salario minimo, necessario per garantire la dignità della persona oltre che del lavoratore.
Le ACLI ribadiscono poi il loro totale disaccordo con quelle posizioni che propongono forme di discriminazione, come nel caso dei 10 anni di residenza per l’ottenimento del “bonus bebè” e di tutte le proposte che tendono a costruire nuovi muri e nuovi fossati nelle politiche di accoglienza di coloro che fuggono da guerre, conflitti, carestie e crisi sociali (peraltro scatenate in tanti luoghi del sud del mondo anche da potenze europee, come nel caso della Libia).
Le scelte di campo riguardano anche la lotta al razzismo, nelle sue diverse articolazioni populiste che puntano a fomentare la guerra fra poveri come scusa per non mettere mano a serie politiche di integrazione che puntino a loro volta alla costruzione di una società più inclusiva, ma anche più laboriosa e competitiva. Riguardano inoltre welfare e sanità, servizi che devono essere garantiti e dignitosi per ogni persona e famiglia. Riguardano inoltre la reale volontà di investire sui giovani, sull’educazione, sull’istruzione e la formazione.

Difendere la Costituzione, promuovere l’Autonomia e la democrazia, rafforzare l’ancoraggio europeo.
L’appello delle ACLI riguarda anche la difesa dei principi costituzionali così come definiti nella Carta approvata nel dopoguerra. Valori che sono stati tradotti nella fedeltà delle ACLI alla democrazia e nelle battaglie di emancipazione delle lavoratrici e dei lavoratori nel segno della costruzione di una Repubblica fondata sul lavoro, ma soprattutto sul rispetto della persona, dei principi democratici e di un sistema di governo imperniato sulla sussidiarietà e non sulla concentrazione di potere sulle élite o addirittura sul principio di un uomo solo (o una donna) al comando.
In questo contesto diventa fondamentale la difesa ed il consolidamento dell’Autonomia provinciale nel quadro regionale, euroregionale ed europeo con il rafforzamento del processo di integrazione e di tutte le istituzioni comunitarie. I momenti di crisi che stiamo vivendo e la difficile congiuntura legata ai rincari, alle speculazioni e alla guerra non devono offuscare o rallentare il grande sogno europeo di un continente unito, pacifico, impegnato sul fronte dalla cooperazione, del progresso e della convivenza. L’Europa, ne siamo profondamente conviti, è il solo ambito per affrontare e risolvere le emergenze di oggi. Chiediamo quindi ai governi europei di rafforzare innanzitutto l’Europa sociale attraverso l’applicazione del pilastro
sociale e di mettere al centro il lavoro come strumento di crescita relazionale e culturale della comunità, investendo su nuove tutele per le giovani generazioni. È poi necessario continuare nella strada della cooperazione politica che l’Europa rappresenta, mettendo in comune la difesa dei nostri paesi e i servizi di intelligence e sicurezza e proseguendo nell’investimento in cittadinanza europea, quale strumento di pace più potente a nostra disposizione.
Va ricordato infine che la democrazia è infine una costruzione sociale che parte dal basso attraverso l’attivazione di tutti gli strumenti della partecipazione, della sussidiarietà e del coinvolgimento dei cittadini nella gestione dei beni comuni.

Per un mondo più giovane e pulito
L’ondata di calore e siccità, la crisi dei ghiacciai, gli incendi su vasta scala a cui sono seguite alluvioni e smottamenti, sono il segno evidente che qualcosa di importante è cambiato fra l’uomo e il pianeta. La lotta alle modificazioni climatiche deve diventare la vera priorità per la nostra generazione e rappresenta il vero investimento, il vero patto di civiltà con le nuove generazioni e coloro che non sono ancora nati.
Questa sfida va accompagnata alla necessità di dotare il Paese di quelle infrastrutture che, di fronte a fenomeni metereologici estremi, contribuiscano ad evitare disastri e a garantire un futuro alle comunità insediate e all’agricoltura.
L’appello della società civile promosso da NEXT (Nuova Economia Per Tutti), a cui aderiscono anche le ACLI, punta a sviluppare una nuova coscienza all’interno delle nostre classi dirigenti per affrontare con coraggio, e fuori dagli orizzonti e dai dogmi del passato, le sfide future ed i grandi “cambiamenti d’epoca”
che queste comportano.
L’Europa, grazie alla Banca Centrale, ha rappresentato uno scudo solidissimo per l’economia e, grazie al PNRR, ha assicurato nuove risorse per il rilancio dopo gli anni bui delle pandemie.
Sul fronte energetico si chiede al futuro governo di procedere sul tracciato dell’indipendenza da paesi stranieri. Si guarda con interesse pertanto all’auto-produzione energetica delle imprese, alle comunità energetiche, all’agrivoltaico e alla produzione di energia alternativa su spazi pubblici ad iniziare dalle scuole.
L’intensità delle sfide in campo richiede di mettere al lavoro i migliori talenti di cui disponiamo, a partire da quelli giovanili con idee e visioni nuove. I giovani devono essere posti nella condizione di essere protagonisti e non comparse. Il ricambio generazionale deve essere sostanziale e non più solo annunciato.

In Movimento: un’agenda per il Trentino
Accanto alle questioni globali, che in primo luogo significano l’impegno per la pace ed il superamento dei conflitti, queste elezioni politiche possono rappresentare un’occasione per la politica locale di misurarsi sui temi che dovranno essere oggetto di dibattito anche in vista delle elezioni provinciali del prossimo
anno.
Con l’iniziativa “In Movimento” le ACLI hanno lanciato una sfida a tutto il Trentino, quella di ripartire dalla comunità per costruire un’Autonomia più solida ed aperta al mondo e una società più coesa e solidale.
È su questa strada che si possono ricostruire strumenti di partecipazione, formazione e progettazione sociale per facilitare l’accesso dei cittadini nelle decisioni politiche e soprattutto per migliorare la qualità della vita, valorizzando quelle esperienze imprenditoriali, professionali e della società civile che potrebbero sostenere quelle riforme e quei cambiamenti che giudichiamo fondamentali per portare avanti la transizione ecologica, il rafforzamento della comunità e la riforma dell’Autonomia.

SCEGLIAMO IL PAESE DELLA DIGNITÀ.
SENTIAMOCI RESPONSABILI DI PARTECIPARE ALLE SCELTE PER IL NOSTRO FUTURO.
ANDIAMO A VOTARE!