Commento a cura di Don Cristiano Bettega, Accompagnatore per la Vita Cristiana delle ACLI Trentine
Dal Vangelo secondo Luca (24,46-53)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni. Ed ecco, io mando su di voi colui che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall’alto».
Poi li condusse fuori verso Betania e, alzate le mani, li benedisse. Mentre li benediceva, si staccò da loro e veniva portato su, in cielo. Ed essi si prostrarono davanti a lui; poi tornarono a Gerusalemme con grande gioia e stavano sempre nel tempio lodando Dio.
Ascensione di Gesù, questa è la sottolineatura che caratterizza questa penultima domenica del tempo di Pasqua. Ascensione: quindi, come la descrive il Vangelo di Luca che abbiamo appena visto, Gesù che «si staccò dai discepoli e veniva portato su, in cielo». Via; basta; ciao; ci vedremo forse un’altra volta, chissà quando, se Dio vorrà! È facile pensare che in definitiva l’ascensione sia proprio questo: Gesù che torna al Padre, che se ne va in cielo e lascia noi quaggiù, a dover fare i conti con le bagole di tutti i giorni, con i drammi e i fallimenti, e a cercare affannosamente qualche briciola di gioia e di serenità in una vita che a volte ci sbatte in faccia tutta la sua drammatica fatica.
Ma … che sia proprio così? Che Gesù se ne sia andato in cielo per starsene finalmente in pace? Sicuri? …no, decisamente no. Il Gesù «che siede alla destra di Dio», come siamo soliti ripetere, è il Crocifisso che è risorto; è colui che è vero uomo e vero Dio; è colui che rappresenta tutte e tutti noi, i potenti come i più umili, i ricconi come i poveracci, la gente da premio Nobel come la gente di tutti i giorni. Tutte e tutti noi siamo con Gesù «alla destra di Dio». E Dio, che non è né cieco né sordo né insensibile né nient’altro di tutto ciò, volete che non se ne accorga? Volete che non si renda conto di quanto affaticata è questa povera umanità, che lui si trova costantemente al fianco, rappresentata niente meno che da Gesù? Volete che non capisca quanto grande è il bisogno di pace, di senso, di verità che tutte e tutti noi sentiamo vivissimo dentro il cuore? Se ne rende conto Dio, eccome! E allora fidiamoci di lui; e magari … magari ascoltiamolo un po’ di più: perché il Vangelo, la parola che ci viene da Dio, è tutt’altro che una parola detta a vanvera.
Buona Festa dell’Ascensione!