Santissima Trinità – 12 giugno 2022

12 Giugno 2022

Commento a cura di Don Cristiano Bettega, Accompagnatore per la Vita Cristiana delle ACLI Trentine

Care amiche, cari amici, oggi anziché fermarci esclusivamente sul Vangelo vorrei condividere con voi alcuni pensieri, tre in tutto, presi da ciascuna delle letture della liturgia, in questa domenica in cui la chiesa cattolica celebra la Trinità: il mistero di Dio, che mistero resta, ma che qualcosa di sé ci racconta.

Vediamo…

Dal libro dei Proverbi (tutta la lettura è al cap. 8, versetti 22-31; qui ci limitiamo ai versetti 30-31): dice la Sapienza di Dio: quando Dio fissava i cieli «io giocavo con lui in ogni istante, giocavo sul globo terrestre, ponendo le mie delizie tra i figli degli uomini». Ci vuole tanto coraggio a porre la delizia, ovvero ad essere contenti dell’umanità. Guardiamoci attorno e diciamoci con onestà se abbiamo più motivi per essere contenti degli uomini o se abbiamo invece più motivi per essere preoccupati, se non addirittura schifati a volte… Dio invece continua ad essere contento di noi! Di più: Dio, dice la Sapienza, “gioca sulla terra”, cioè tira fuori sempre e solo il bello, il buono, gli aspetti positivi. Ci vuole proprio tanto coraggio, tanta positiva ostinazione, forse anche tanta speranza.

E probabilmente è per questo che nella liturgia di oggi è san Paolo che ci aiuta a continuare la riflessione (tutta la seconda lettura è dalla lettera ai Romani, cap. 5, versetti 1-5; qui ci limitiamo al versetto 5): «La speranza – dice Paolo – non delude, perché l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato». Quante delusioni collezioniamo nella nostra vita? Ecco, Dio ci fa capire che la speranza invece non delude, perché Dio ha riversato dentro di noi il suo amore. Sorelle, fratelli, siamo pieni zeppi di fragilità e di difetti, no? Però Dio ci riempie fino all’orlo del suo amore: la nostra vita, la nostra storia è il recipiente colmo fino all’orlo dell’amore di Dio, per quanto assurdo ci possa sembrare.

Ecco perché Gesù nel Vangelo di oggi ci parla del suo Spirito (tutto il brano è nel Vangelo di Giovani, cap. 16, versetti 12-15; noi ci limitiamo al versetto 13): «Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future». Lo Spirito, afferma Gesù, dice a noi tutto ciò che ha ascoltato da Dio. È un avvertimento per noi, grosso modo: noi pensiamo di aver sempre bisogno di esprimerci, di spiegarci, di dire un sacco di cose; Dio ci riporta al valore dell’ascolto invece. Per farci capire l’importanza delle parole che riceviamo, prima ancora delle parole che diciamo.

Allora: Dio che tira fuori sempre e solo il positivo; Dio che ci riempie del suo amore fino all’orlo; Dio che ci chiede di ascoltarlo e di ascoltarci. Questo è il nostro Dio, questo è il Dio in cui crediamo, questo è il Dio in cui possiamo continuare a sperare: proprio perché, come dice san Paolo, «la speranza non delude». Mai!