XVI domenica del Tempo Ordinario - 17 luglio 2022

17 Luglio 2022

Commento a cura di Don Cristiano Bettega, Accompagnatore per la Vita Cristiana delle ACLI Trentine

Dal Vangelo secondo Luca (10,38-42)

In quel tempo, mentre erano in cammino, Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò.
Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. Marta invece era distolta per i molti servizi.
Allora si fece avanti e disse: «Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». Ma il Signore le rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta».

Parola del Signore.
Diciamocelo chiaramente: a volte, ad ascoltare questa pagina così bella del Vangelo di Luca, viene un po’ il nervoso. Perché mai la povera Marta deve sentirsi fare quasi la predica da Gesù? Se lei era così premurosa verso di lui, se lei stava facendo di tutto per mettere Gesù a suo agio: e ce la immaginiamo mentre gli dà un bicchier d’acqua, mentre gli dà un frutto, mentre magari gli mette su un caffè… Perché allora “Maria si è scelta la parte migliore”? Maria che si è messa ai piedi di Gesù ad ascoltarlo; mica gliel’ha messo su un caffè, la buona Maria! Sì, considerazioni giustissime. Maria però – e lo dice Gesù, quindi dev’essere vero per forza – si è scelta la parte migliore. Ad essere pignolo, Gesù non dice che Maria si è scelta la parte “migliore”, ma la parte “buona”: così dice il testo greco originale. Segno allora che Maria ha voluto scegliere il bello della vita: non l’affanno, non la corsa, non il dover sempre avere qualcosa per le mani, non la necessità di sentirsi realizzati semplicemente perché si può dire di aver fatto questo e quello, col rischio forse (forse, ripeto) di cascare un po’ nella presunzione. Quante volte capita anche a me di pensare che se quella tal cosa non l’avessi fatta io, nessuno l’avrebbe fatta; e allora avanti con l’affermare che “se non ci fossi io…”. No, Maria ha scelto la parte buona: quella che non mette se stessa al centro, ma mette Gesù; quella che in cima alla lista dei programmi di vita non mette le cose da fare, ma le cose da ascoltare; quella che non prevede di esserci sempre e per forza di cose, ma quella che vuole cogliere l’occasione lì dove si presenta, con semplicità e con verità. Maria è dunque una fannullona? No, non direi: piuttosto è una persona che si ferma un attimo a riflettere a cosa sia più buono in quel preciso momento; cosa che noi (io, in primis) facciamo fatica a fare, presi come siamo da mille e mille cose. Allora non sarebbe male se riuscissimo a riequilibrare un po’ l’agenda; a pensare che la parte buona forse non è sempre quella che appare a prima vista. Con tutto il rispetto per Marta però: la quale rimane un esempio bellissimo di dedizione incondizionata e di generosità esemplare. Senza che per questo lei stessa abbia bisogno di sentirsi dire “Marta, se non ci fossi tu, come faremmo noi?”. No, questa domanda la dobbiamo sempre rivolgere a Gesù: Signore, se tu non ci fossi nella mia vita, ma che cosa sarei io?…