Solidarietà alle vittime nell'acciaieria

14 Dicembre 2007

TORINO: SOLIDARIETA’ DELLE ACLI ALLE VITTIME DELL’INCIDENTE ALL’ACCIAIERIA

La responsabilità delle imprese: «Basta considerare i lavoratori solo come costo». Sulla sicurezza il “paradosso italiano”: «Le leggi ci sono, manca sempre qualcosa alla loro applicazione. Sull’iter dei decreti attuativi non c’è trasparenza»

Roma, 10 dicembre 2007 – Solidarietà alle vittime del gravissimo incidente di Torino, alle loro famiglie, agli operai feriti e a tutti i lavoratori della Thyssen da parte delle Associazioni cristiane dei lavoratori italiani, nel giorno del lutto e della manifestazione indetta per le strade del capoluogo piemontese.

«La Costituzione prevede per ciascun lavoratore il diritto ad un lavoro sicuro come base di una vita familiare e sociale dignitosa – ricorda il presidente nazionale delle Acli Andrea Olivero –. La sicurezza prevista è quella del lavoro insieme a quella sul lavoro. Ma oggi non v’è più certezza alcuna ed il lavoro è diventato il fenomeno di maggiore destabilizzazione della sicurezza sociale nel nostro Paese, anche perché taluni effetti perversi si potenziano: crisi del mercato, ma anche della cultura del lavoro, precarietà del lavoro e perdita del suo senso e del suo valore sociale. In questo senso, le imprese hanno un grande compito e una grava responsabilità: non possono più continuare a considerare i lavoratori solo come un “costo”, dimenticando la loro dignità di persone ed il loro valore come risorsa».

Sulla norme legislative riguardanti la sicurezza sul lavoro le Acli denunciano «l’ennesimo paradosso italiano per cui leggi ci sono – spiega Olivero –, sono anche buone, ma manca sempre qualcosa alla loro corretta applicazione». «In questo caso aspettiamo i decreti attuativi del testo approvato ad agosto, per i quali il governo aveva a disposizione 9 mesi di tempo. Ma cosa succede nel frattempo nessuno riesce a saperlo. Rispetto a questi passaggi non c’è nessuna trasparenza. L’iter di elaborazione dei decreti è praticamente sconosciuto, anche agli stessi membri del Governo, che mostrano sull’argomento pareri diversi e spesso divergenti». «Ci auguriamo – conclude Olivero – che nel Consiglio dei ministri di domani l’Esecutivo faccia chiarezza e costruisca le condizioni concrete per un’approvazione anticipata dei decreti»

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